mercoledì 28 agosto 2019

Democrazia perfetta




Dopo tanto lottare, avevamo finalmente raggiunto la democrazia: c'era voluto molto tempo e molto impegno, ma ce l'avevamo fatta. Il plurale qui è necessario e dovuto: democrazia significa proprio governo del popolo: la decisione spetta alla maggioranza.
È un meccanismo molto semplice ed efficace, e l'uomo, dopo anni, anzi secoli di tirannia, monarchia e svariate rivoluzioni era arrivato ad inventarlo. In teoria, già da molte decadi si era giunti a quello sviluppo politico moderno della democrazia rappresentativa, già esistente in moltissimi stati occidentali, ma un po' anche in tutto il mondo odierno.

Ora, però, era qualcosa di molto di più
esplicito e sviluppato: era una Democrazia diretta e reale, come qualche partito politico aveva previsto e sperato tempo prima.
Ora, finalmente, c'eravamo arrivati.
Non c'erano più indecisioni, né confusioni, la democrazia finalmente aveva raggiunto la sua essenza, e non più una semplice formula carrieristica. Non si trattava più, infatti, di delegare qualcheduno a rappresentarci negli atti di governo. Ora, con una democrazia finalmente completa, il potere era veramente nostro. Niente delega, solo scelta. Niente errori, solo voti. Niente paura, solo domande.

(Un giorno comune nella Democrazia perfetta pienamente realizzata)


Marco e Claudia stavano andando in piazza, erano un po' confusi: quello era un giorno importante. Forse, in quelle 24 ore a venire, o meglio, nella prossima ora, le loro vite sarebbero cambiate realmente.

Avevano fatto colazione come prospettato (come votato): cappuccino, tè, biscotti con marmellata ed un poco di Nutella, si erano cambiati, vestiti a puntino, ed ora, mano nella mano, stavano raggiungendo il computer centrale.
In altri tempi, la decisione che avevano davanti sarebbe stata terribile: piena di follia, come del resto è ogni scelta, quando la si deve compiere da soli.
Ora, però, non è più così: non si è più soli. Mai. Il potere della Democrazia Reale è anche questo. Non si deve più contrarre il senso di colpa dell'egoismo, o l'angoscia dell'indecisione, o il turbamento della confusione. Basta paura!
Specie per una scelta così importante, un tempo si rischiava di incorrere in pericolosi scivoloni: causare conseguenze peraltro decisamente inaspettate. Si poteva scegliere una cosa e fare del male inconsapevolmente agli altri. È una cosa che capita spesso, quando si sceglie da soli.
Oggi, però, Claudia e Marco non sono soli. Non devono incorrere nel peso della scelta: devono solo raggiungere il computer centrale. Non devono tribolare, litigare, fare una lista razionale dei pro e dei contro, valutare il colore umorale di ogni emozione e metterla sulla bilancia psicologica della loro personale valutazione mentale. Ora, devono solo raggiungere quel computer.
Li vedo, sicuro nella nuova prospettiva che il mondo ha creato anche per loro: per donare sicurezza, sostegno, forza. 
Non sono più soli.
Li vedo, insieme, avvicinarsi al computer posto al centro della piazza, coperto da un gazebo di legno. In realtà, non è un solo computer: lì dentro ce ne sono almeno trenta. E quella è una sorta di piazza interna dentro la piazza esterna. Ma loro sanno già a che computer andare, l'appuntamento era già fissato: per rendere le cose più semplici. Più lineari, più dirette.
Tocca a loro.
Li vedo, ormai già davanti allo schermo: uno bianco, semplice. Semplice come l'azione che stanno per compiere: devono solo porre una singola domanda, che peraltro hanno già in mente: "Ci dobbiamo sposare?"
L'hanno già digitata, ora devono solo aspettare, dopo l'invio della stessa. Non molto. Ci sono solo 20 minuti di attesa, e un numero minimo di opinioni ammesse. Ventimila.
Un numero elevato, ma che ora è facilmente raggiungibile, perché, grazie ai progressi della tecnologia odierna, quella domanda sarà immediatamente proposta a molti altri computer pubblici dello Stato. Ventimila persone che scelgono si trovano facilmente, quando puoi pescare da un'intera nazione. Questo ovviamente è un primo passo: il prossimo, sarà ampliare lo spettro della scelta a tutto il mondo. Allora non ci saranno più stati, non ci saranno più confini, ci sarà solo il Voto. Ci sarà solo la Democrazia.
Quella volta, lo vidi, non ci vollero neanche venti minuti per la risposta: il computer stampò un bigliettino apposito per loro. Claudia e Marco lo presero dall'apposita fessura, si guardarono, sorrisero, e poi tornarono verso casa. Ora sapevano esattamente cosa fare. Erano ora liberi da ogni dubbio, ogni paura, ripensamento o possibile rimpianto: ventimila persone non possono sbagliarsi.
Due persone possono confondersi, ma non la Democrazia Reale.
W la Democrazia!

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