venerdì 10 novembre 2023

I pensieri di Goccia: lato implicito e esplicito

 I pensieri di Goccia: sulla scuola e i bambini.

Oggi non sono tanto felice. Oggi assomiglio più a Spina che a me stesso. 

Del resto, anche Spina ha più di un lato. E tutto quello di cui voglio raccontare oggi ha più di un lato. 

Un lato esplicito e uno implicito. Che paroloni, eh?

Ma se mi segui è semplice: il lato esplicito è quando ti dicono: "prendi la medicina che è buona e ti fa bene!"

Il lato implicito è che ti hanno raccontato una mezza bugia (che per un lato è un mezza verità): quella medicina non è buona per niente. È amara come il caffelatte quando dimentichi lo zucchero e ti brucia la gola. Però è vero che fa bene.

Il lato esplicito è l'aspetto e il colore del piatto. Il lato implicito il sapore: richiede un po' più di tempo, per scoprirlo.

Il lato esplicito è quanto ti dicono che puoi guardare la tv. Il lato implicito è che puoi guardarla fino alle otto di sera. 

Succede anche con le carte: hanno una figura sul dorso, magari rappresentano un meraviglioso cavaliere o una  dama coraggiosa. Volta la carta, e ci troverai solo un numero. 

Così capita che molte cose abbiano più lati, e i lati non si cancellano a vicenda. Ci sono persone che sono di animo buono, ma quando sono arrabbiate a volte la lingua gli scappa e dicono cose che non vorrebbero. Ma restano buone.

I tramonti con le nuvole in cielo non sono come i tramonti limpidi. Ma sono sempre tramonti, e tra le nuvole che prendono il colore del fuoco puoi immaginarti tutto quello che ti impediscono di vedere, e anche di più.

Anche la scuola ha più lati, sai?

Del lato esplicito ti parleranno tutti: a scuola si impara, a scuola si fanno amicizie. A scuola impari a tracciare simboli su carta, e con i simboli puoi comunicare con tutti e inventare mondi. 

Però, c'è anche il lato implicito  e credo sia giusto parlarne: non conosceresti davvero Spina se vedessi solo quanto è scorbutico: lo fa di rado, ma quando ti abbraccia, lo fa con tutto se stesso. 

Conosci una cosa, quando vuoi vedere tutti i suoi lati. Il cielo è meraviglioso, ma non c'è sempre il sole: e la pioggia te lo fa apprezzare anche di più, quando ti manca. 

Proviamo a conoscere un po' la scuola allora, con tutti i suoi lati. Lato esplicito e lato implicito. 

Volta la carta, ok?

Esplicito (figura): Ci trovi i fogli da colorare, le parole delle maestre e enormi schermi luminosi.

Implicito (dorso): Ci trovi aule affollate, rumori diversi e sedie scomode. 

Il lato esplicito ti dice cosa porti e cosa trovi a scuola: ci porti zaini pieni di libri, astucci e quaderni. Ammiri cartelloni, disegni e scritte. 

Ci trovi l'impegno di seguire le regole (non si guardano i cartoni dopo le otto, quando suona la campanella si rientra in classe al proprio posto: quello dove hai nascosto le caramelle), l'ordine di una lezione e il sorriso di quella bambina che gioca così bene a palla. 

Ci porti una testa piena di speranze, di sogni e di futuro.

 Tutti ti diranno che a scuola ogni bambino è importante, che siamo tutti meravigliosamente diversi, ma tutti così simili. 

Ti diranno che non devi avere paura di sbagliare, perché sbagliando si impara.

A volte, ti diranno, perfino, che la cosa più importante è restare diversi! Perché non c'è nessun altro come te al mondo. E questa cosa è davvero una cosa enorme. Gigantesca. In tutto il mondo, in tutto il tempo, tu sei così. E tutti gli altri no: per questo è bello incontrarsi, ma non copiarsi. 

A me piacciono i dolci, Spina li odia. Ma mi piace sentire quando si infervora contro i dolci: mi diverte quasi quanto mangiare il cioccolato seduto sul tappeto. 

Però, a scuola c'è anche il lato implicito (volta la carta, ricordi?). E quello è che tu puoi essere diverso quanto vuoi, ma devi stare seduto come tutti gli altri, anche quando c'è il sole e quelle mura sembrano così piccole. 

Il lato implicito è che puoi colorare, ma devi stare entro i bordi e usare i colori giusti. (Perché l'albero è viola e il cane rosso?). 

Siamo tutti diversi, ma tutti seguono le stesse parole, nello stesso modo. E siamo tutti originali ma più avanti va la scuola, meno conta la musica, la danza e il disegno. Tutti devono imparare l'inglese e la matematica a dovere (è una medicina: un po' amara, ma ti fa bene).

Si impara sbagliando, ma se sbagli prendi un brutto voto. E se prendi un brutto voto, ti viene meno voglia di sbagliare, e quindi di imparare.

Il lato implicito è che la meravigliosa diversità che sei spesso deve essere filtrata attraverso i programmi, i rituali, le regole. 

Le regole ci permettono di vivere insieme, ma quelle che funzionano davvero, sono quelle di cui riconosciamo l'importanza. 

Il lato implicito, sono quella pioggia di etichette che i bambini e gli studenti della scuola devono portarsi dietro. Voti, numeri e sigle che spesso non li lasciano più.

 Come i numeri neutri dietro le figure colorate delle carte. 

Il lato esplicito della scuola sono anche le compagnie: ci trovi chi ti presta la calcolatrice, chi ti racconta della sua giornata e chi ti regala sorrisi quando sei tristi. O, come Spina, ti prende in giro per farti rialzare, ma poi ti dona un abbraccio che non manca di nulla.

Il lato implicito è che a scuola c'è anche chi ti tratta male. 

Magari non riesce subito a capirti, magari ha paura, perché per quanto faccia il grosso, è ancora lì che dentro piange, quando per la prima volta ha salutato la mamma per chiudersi per tante ore in un posto nuovo e diverso. 

Quelli che ridono delle altre persone li chiamano bulli, o prepotenti. A volte non è facile trattarli: ma a volte è come la carta: vedi quello che vuole la tua merenda o ti prende in giro per la tua felpa viola... ma volta la carta, e vedrai un ragazzo stanco e spaventato, con una gran voglia di un abbraccio di quelli che sa dare Spina.

A volte i prepotenti sono ancora più impliciti (più nascosti): sono quelli che ti hanno messo un'etichetta e decidono che tu non possa capire certe cose. Ti diranno che sei ancora un bambino. O non hai la testa adatta. Come con le formine e la sabbia: per entrarci bisogna formarsi (prendere quella forma) o riorientarsi. (Come quelli che si perdono, e poi qualcuno li riporta a casa).

A scuola trovi anche i programmi. 

Quelli espliciti: sempre diversi, ogni materia (storia, geografia, matematica, lettere...) è preparata in modo diverso per ogni persona (la differenza che ci distingue e avvicina, ricordi?). La scuola ti insegnerà a pensare e non ti riempirà di nozioni, ma cercherà di trovare  i tuoi talenti e il tuo fuoco.

Quelli impliciti: programmi sempre uguali, spiegati allo stesso modo. Dalla barbabietola da zucchero al teorema di Ruffini. Le nozioni scorrono come in autostrada, e non c'è tempo e spazio per ricordarli bene. Masticarli, come il cioccolato sul tappeto. 

C'è la velocità, l'entusiasmo e la fretta della spiegazione; il ritmo dell'orario e la necessità della firma,  ma manca la lentezza, lo spazio della riflessione, il silenzio della biblioteca.

Lo so. Tutta questa storia del lato implicito e esplicito ci sta facendo venire un po' di mal di testa, e forse mettendo un po' di tristezza. 

Però... come abbiamo detto: un lato non esclude l'altro. 

Spina è scontroso e irritabile, ma dà i migliori abbracci del mondo. Molte maestre sono troppo prese dai numeri per guardare i colori e alcuni compagni sono troppo presi dalla paura per pensare all'amicizia.

Eppure, qualche alba, qualche dolce incredibilmente buono lo si trova negli anni di scuola. 

Nella fatica della ripetizione, nella sensazione di dover seguire un percorso deciso da altri e non il proprio, nella paura dell'errore, nella frustrazione di non essere all'altezza e nella noia della ripetizione, qualcuno o qualcosa potrebbe sorprenderti. 

Un ricordo piacevole che affiora tra le nebbie degli anni sui banchi, e ti fa ridere coprendo le lacrime con i sorrisi quanto il tempo ha medicato le ferite. 

Un amico che sa affiancarti per tutta la vita. 

Una maestra che conosce ogni tuo colore, e ti regala i pastelli con cui disegnare fuori dai bordi. 

Il bidello che ti sorprende ricordando ogni nome di ogni bambino, e per nessuno di loro manca il saluto. 

La sorpresa più grande, però, io credo te la farai da solo, quando capirai che la curiosità di conoscere e conoscersi è troppo grande per stare dentro un'aula e per il tempo di una lezione, ma ti può offrire una strada da seguire. 

Una di quelle che hanno alti e bassi, ti affatica le gambe e ti fa chiedere un centinaio di volte: "Siamo arrivati?", e ti chiedi chi te l'ha fatto fare. 

Ma poi guardi il panorama, grande come il mare e verde come il cielo: volti la carta, e non hai più dubbi: tu, te lo sei fatto fare e forse, forse, ne valeva la pena.