mercoledì 24 aprile 2013

Salvo per un pelo



Era un bambino come tanti altri, ma gli mancava proprio un pelo per essere proprio come tutti gli altri.
O meglio, aveva un pelo di troppo per essere normale.
Infatti Andrea era un bel bambino di nove anni, dai capelli neri e gli occhi allegri, abbastanza alto e felice per la sua età.
Aveva però questo problema: dalla parte superiore della schiena – tanto che mi è difficile dire con precisione se devo parlar di schiena oppure di collo – gli partiva un pelo enorme, sì, ma mica per dire: infatti era un pelo alto quanto lui e largo circa tre o quattro centimetri, tanto che quasi ti chiedevi come facesse Andrea a stare in piedi con quel popò di pelo sulla schiena (o sul collo, fate voi).
Comunque lui riusciva a camminare, a correre, a dormire, a far tutto; solo, di certo non era un bel vedere.
Potete immaginare quanto lo prendessero in giro i suoi amici per quel suo affare. Lui non poteva farci niente, ma i compagni di scuola e quelli di merenda non facevano altro che prenderlo in giro.
Eppure non era colpa sua! Però, so che lo sapete: la colpa non c’entra proprio nulla con le prese in giro degli amici. Loro scherzano e basta, non ci pensano su.
Andrea però, a dirla tutta si era ormai abituato a quelle prese in giro e, nonostante a volte piangesse di nascosto, se ne fece una ragione (che è un modo dei grandi per dire che sì, piangeva, ma alla fine piangeva per poco e poi tornava allegro come sempre. Allegro come i suoi occhi allegri).
So quel che state pensando: ma come, Andrea aveva questo affare abnorme sulla schiena e i genitori
non facevano nulla?
Facevano. E tentarono infatti più volte di tagliare il problema alla radice. Letteralmente.
Una volta presero un forbicione immenso – quello che si usa di solito per tagliare la siepe – e, con una certa fatica, il papà riusci a tagliare via il pelo.
E per un po’ di tempo Andrea fu effettivamente come tutti gli altri bambini. Per quanto? Be’, ventiquattro ore circa. Minuto più, minuto meno. Potrei dirvi che per alcune persone essere normale come tutti gli altri per ventiquattro ore potrebbe essere una conquista di un certo peso, ma non ve lo dico. Cioè, ormai l’ho detto ma, insomma, fate finta di nulla.
Il fatto è che quell’enorme pelo il giorno dopo ricomparì magicamente. Non era semplicemente cresciuto molto velocemente: era proprio spuntato. Era venuto fuori dalla pelle di Andrea come i funghi vengono fuori dalla terra. Sì, perché anche i funghi spuntano dalla terra d’improvviso, proprio come il pelo di Andrea.
Capisco che possa sembrare una spiegazione un po’ circolare, ma mi affido alla vostra fiducia.
Non solo una volta i genitori di Andrea litigarono col suo enorme pelo: il secondo tentativo fu più brutale e tentarono di strapparlo a mani nude. Per farlo chiamarono perfino Gianni, un amico del papà che fa il carrozziere (e quindi era molto, molto forte). Gianni tenne infatti da dietro il povero Andrea, mentre la mamma e il papà tiravano come pazzi il pelo. Spingi che spingi, riuscirono a strapparglielo e quasi dal volo che fanno (con il pelo in mano) finiscono a ruzzolare giù dalle scale.
Immagino però abbiate già inteso per quanto Andrea rimase un bimbo normale. Dite per un giorno?
Esatto. Un giorno esatto. Minuto più, minuto meno.
Il terzo tentativo di sbarazzarsi del pelo superfluo (se avete un dubbio su cosa voglia dire “superfluo”, provate a chiedere a vostra mamma o a vostra sorella maggiore: – Ehi, come butta con i peli superflui? – e vi risponderanno a dovere. Dovere più, dovere meno) fu il più curioso: tentarono di bruciarlo, e quasi rischiarono di bruciare anche Andrea nel tentativo (prendere una nota da ricordare alla mamma: non bruciare peli superflui).
Così, dopo il terzo tentativo i genitori di Andrea si arresero. So che state pensando. Che non dovrebbero smettere, ma provare e riprovare fino a riuscire ad aiutarlo e a eliminare quel pelo per cui i compagni lo prendevano in giro ma, dopo quello che vi racconterò ora, cambierete idea.
Un giorno, mentre Andrea stava andando a scuola, preoccupato per le solite prese in giro dei compagni, quel pelo si rivelò molto meno superfluo del previsto. Andrea infatti, quando si accorse di essere in ritardo per la lezione, divenne distratto e accelerò il passo, per poi attraversare la strada senza guardare se arrivassero macchine: fu una cosa incredibile. A metà della strada Andrea venne investito e travolto da un enorme camion. Ci fu un gran botto, confusione, polvere e grida di alcuni passanti spaventati dalla scena. Andrea, però, non si era fatto nulla: il camion lo aveva colpito proprio sul pelo che rallentò prima l’impatto, poi gli fece da cuscino al momento della caduta: insomma, Andrea non si fece nulla di nulla e quasi non si accorse dell’incidente.
Quando arrivò a scuola i compagni non potevano più prenderlo in giro per quella sua anormalità: pensavano anzi che quel pelo rendesse Andrea come un eroe dei fumetti.

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