giovedì 19 luglio 2018

L'uomo di sapone

C’era un uomo fatto di sapone. Tu sai come funziona il sapone vero? Il sapone porta via lo sporco, sì, ma sai come funziona? Ci si lava con l’acqua, fa la schiuma e porta via lo sporco. Bene. E’ così, non è che dica di no, ma per farti capire la storia dell’uomo di sapone, devo essere un po’ noioso. Sì ne vale la pena. E’ un po’ come quando sei lì lì per finire il secondo e poi arriva il dolce, quello che preferisci. Quello che muovi prima il cucchiaio su e giù per anticiparne l’arrivo in tavola, mentre schiocchi la lingua e in bocca hai un sapore d’impazienza. Allora, il sapone è fatto di due parti. Davvero. Una è, per così dire, amica dell’acqua. L’altra, invece; be’, l’altra invece no. Una parte si abbraccia all’acqua, l’altra, invece, scappa via.  Ecco, la parte che non scappa via dall’acqua, si abbraccia allo sporco, per così dire, e lo porta via, perchè, intanto, la parte amica dell’acqua si è abbracciata a lei e guida tutto il resto.Come dici? Sì, è un po’ come quando porto via la mamma dalla zia Rita. La allontano dallo sporco.

Vedi, quest’uomo di sapone, era anche lui di doppia natura. Una parte era dolce, schiumosa, amante dell’acqua. L’altra, era vischiosa, scivolosa, a volte sinistra, frequentava cattive compagnie. Sì, un po’ come zia Rita. Ma anche peggio.

Tutto questo, faceva sì che l’uomo di sapone fosse davvero una strana persona. Come dici? Be’, è vero, già il fatto che fosse di sapone è abbastanza strano. Ma ti giuro che ci sono cose anche più strane. Comunque, all’uomo di sapone capitava quindi di frequentare i bassifondi delle città. Una sua parte si trovava magnificamente nei sobborghi, tra gente insomma poco per bene di quella che tipo la mamma ti direbbe di non accettare da loro le caramelle. Ma… una parte di lui rimaneva distaccata. Non riusciva ad ambientarsi. Un po’ come me alle feste di zia Rita o tu ai compleanni di Claudio. Dove insomma ci devi andare per forza ma non conosci nessuno e ti senti nel posto sbagliato e poi ti dicono quella frase davvero fastidiosa. “Ma dai…divertiti!” come se avessimo un tastino dietro la schiena che lo schiacci e pam, sprizzi gioia da ogni poro. Pessimo.




Comunque, la cosa veramente interessante è che l’uomo di sapone, quando frequentava queste persone, a furia di cercare di ambientarsi, le cambiava. Le migliorava. Sì, le puliva. Però, vedi, tutte le volte che puliva una persona, o anche un gruppo di persone insomma un po’ sporche, per capirci, una piccola parte di sé spariva. Si…consumava. E l’uomo di sapone dimagriva. Ti dico che una volta era proprio un gran bel paccioccone, sì, sì, un ciccione come zio Michele, anche di più. Eh, te l’ho detto che c’erano cose anche più strane di un uomo di sapone. Tipo un uomo di sapone più grasso di zio Michele. Ora, però, l’uomo di sapone era più magro di un manico di scopa, perchè aveva ormai aiutato e pulito tanta tanta gente, là nei sobborghi e non solo.

Aiutava e dimagriva. Puliva e dimagriva. La sua parte viscida e la sua parte schiumosa – sempre per capirci- erano ormai come due sottilette. La sua parte destra era pallida, quasi bianca tanto linda, aveva la mano curatissima, con le unghie, a differenza tua, linde linde e non le mangiava neppure. L’occhio era di un celeste del cielo e il naso dritto e statuario. Ma il mezzo volto, il mezzo busto, la gamba e la mano erano così magre, ma così magre che quasi potevi vederci attraverso, come guardando attraverso una bolla di sapone. L’altra metà, era di un mezzo viso dalla pelle scura, sporca, viscida. Un occhiocolor fuliggine sporco, i capelli color cenere, ma non come quelli della mamma, cenere nel vero senso della parola. Il mezzo vestito era tutto distrutto e logoro, sporchissimo, le unghie della mano più nere di quelle di un meccanico e callose, del piede, preferisco non parlartene. Ma anche questa parte era Terribilmente magra.

Eppure, le due parti dell’uomo di sapone, avevano due strade diverse per dimagrire. Non che volessero dimagrire eh, ma il fatto è che è il destino dei saponi, e un uomo di sapone non ci scappa. La parte bianca e schiumosa, dopo aver pulito le persone che la parte viscida e sporca gli faceva incontrare, prendeva a galleggiare nell’aria nei colori dell’arcobaleno, e si sperdeva in cielo. La parte viscida e sporca, dopo aver abbracciato le persone che la sua controparte puliva, finiva in terra e scivolava nei tombini.

Arrivò un giorno che l’uomo di sapone divenne magro e sottile come uno stuzzicadente, e camminava a fatica. Incontrò, proprio quel giorno, una persona che gli assomigliava un po’. No, non era anche lui un uomo sapone o la donna saponetta. Era un uomo normale, ma era anche lui un po’ doppio, perchè era stato una brava persona, un papà, e un insegnante, ma le difficoltà della vita lo avevano costretto a lasciare il lavoro e la bambina.

Era diventato anche lui viscido e sporco, come quella parte dell’uomo di sapone. Lui, l’uomo di sapone, dico, questo lo sapeva ma la sua parte sporca aveva un grosso dubbio. Sapeva che se avesse pulito un’altra persona, si sarebbe dissolto del tutto, perchè era già talmente magro dall’essere lì a poco dallo scomparire. La parte sporca cercò infatti di deviare, ma la parte schiumosa, decise di voltarlo, e in un balletto assurdo, i due conobbero l’ex papà e lo pulirono. Lo aiutarono. Fu l’ultima volta. Poi l’uomo di sapone si dissolse. La parte viscida portò via la sporcizia dall’uomo e si fuse con l’asfalto della città; la parte schiumosa volò al ciello in tante bolle color arcobaleno e si fece cielo.

Sì, vedrai che giovedì prossimo torno e te ne racconto un’altra, piccolina; sai, domani riprendo a far lezione….

Nessun commento:

Posta un commento

Dimmi che ne pensi